mercoledì 12 marzo 2014

Quote cosa?

Una questione molto dibattuta negli ultimi giorni è quella delle quote rosa, ovvero quote minime di presenza femminile all'interno degli organi politici sufficienti a mantenere i corridoi puliti e la mensa commestibile.
La richiesta delle quote rosa nasce dalla bassa percentuale di donne nel mondo della politica, nonché dalla necessità di trovare capri espiatori più capaci di muovere a compassione ("È tutta colpa sua ma che ci vuoi fare, è una donna..").
Vari paesi del mondo dove questa situazione di disparità è più accentuata stanno ricorrendo a strumenti legislativi per fissare le quote minime di presenza femminile nei rispettivi parlamenti (in alternativa la metà dei rappresentanti sarà obbligata, a rotazione, ad indossare buffe parrucche). In India ad esempio la parità di genere nelle istituzioni è diventata una necessità da quando la violenza di gruppo è stata portata in primo piano dalla cronaca internazionale ed unanimemente condannata: che ognuno si violenti la sua, proprio come nei paesi civili.

Anche in Italia si è sviluppato il dibattito politico attorno al tema delle quote rosa, ma il parlamento non ha mai raggiunto l'unanimità e alla fine la Juventus ha cambiato le divise da trasferta.
(C'è anche da dire che qui da noi il dibatito sarebbe stato molto più semplice e spedito se alcuni parlamentari non avessero perseverato nel confondere continuamente quote rosa e quote latte)
Tuttavia, con una legge del 2011, è stata introdotta nel nostro ordinamento una importante disciplina per le quote rosa negli organi di amministrazione delle società quotate. Ma pochi sono a conoscenza del faintendimento alla base di tale risoluzione, che mirava a scovare esperti di borsa e si è ritrovata con uno stuolo di incontrollabili intenditrici di borse.
Analoghe disposizioni sono state previste anche per le società controllate dalla Pubblica Amministrazione, di modo da limare finalmente quel sospetto picco di produttività rilevabile nei periodi di sosta del campionato.


Quote rosa, dopo il voto segreto alla Camera le deputate Pd si dicono tradite dai loro colleghi maschi. Che finalmente cominciano a farle sentire delle vere donne.

Grazie a Virgilio per il sincronismo sul titolo :|